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Nightblade by MSI: Recensione

Recensione


Nightblade: una centrale nucleare in miniatura!

Quando è arrivato il pacco avevo una certa idea in testa: pacco grosso e pesante = case medio.
Invece non è stato così: man mano che scavano nel generoso imballaggio, come potete vedere le video dell’unboxing qui sotto, mi trovavo con sempre meno roba tra le mani fino ad arrivare ad una cosa strepitosamente compatta.


 
Eccolo lì, un blocco di acciaio nero opaco che ricorda vagamente il monolite di Kubrick. Ma con draghi ovunque. Molto cattivo nell’aspetto da spento, quando si accende in modalità OC si spalancano le porte dell’inferno e appare una nebbiolina rossa spettrale da sotto il case…o quasi.
Design accattivante, dimensioni compattissime: 16 litri di volume distribuiti su 34-17-27. Se non fossero centimetri ma pollici sarebbero le misure di una Barbie eheh. Una barbie da circa 10kg. lol
E cosa ci sta in questa scatoletta? Farei prima a indicare cosa NON ci sta, ma andrò per gradi.
Innanzitutto va detto che il Nightblade è un barebone disponibile in due versioni: B85 e Z97 (quello di cui parlo), entrambi delle stesse dimensioni.
Le caratteristiche base di questa scheda madre le abbiamo già affrontate con Maicol di MSI in un’intervista QUI, mi prendo solo la briga di mostrarvi gli screen della funzione Killer LAN per la gestione del traffico di rete durante i giochi e poi torno al discorso principale.


Il prezzo si aggira sui 450€ Comprandone uno vi arriverà a casa il case con già assemblata la scheda madre, il suo dissipatore per la cpu e l’alimentatore: 600w 80plus per la Z97 e 350w 80plus per la B85; più cavetti vari e le antennine per la wifi. Il case presenta, oltre a tutte le porte della z97 mini-atx sul retro anche 4 porte usb (2×2.0 e 2×3.0) sul panello frontale, jack audio e microfono e il magico pulsante dell’OC Genie.
Dentro ci può stare, oltre alla componentistica base, un hdd, un ssd, un’unità ottica e una scheda video fino a 29 cm e 35mm di spessore; che significa anche schede come le R9 290x, le GTX780 e anche le nuove GTX980! Insomma si può personalizzare il pc fino a renderlo una macchina di fascia medio-alta senza alcun problema. Per me sarebbe già sarebbe già fascia alta, ma poi chi ha sistemi da dieci schede in SLI e raffreddamenti ad azoto liquido si sentirebbe sminuito. Don’t worry, siete ancora voi all’apice. 😀
QUI potete trovare il sito del produttore con TUTTE, ma proprio tutte, le specifiche tecniche.

La configurazione che mi ha spedito MSI era equipaggiata con una GTX780 di MSI (che potete vedere nelle foto della galleria), 16 gb di ram ddr3 in dual channel e un intel i5 4670k. Un sistema pensato per essere overclockato.
Ma a questo punto sorgerà una domanda spontanea: cosa possiamo fare con un case così piccolo, con la ventilazione che ha e un dissipatore originale?
Beh io di quel regio magico che è l’OC so poco, e sicuramente non vado a fare esperimenti. Ma un certo personaggio è riuscito ad arrivare ai 4.6ghz, dai 3.4 originali…

Nel testare questa configurazione mi sono avvalso di sistemi classici, il buon CPUZ e il classico 3Dmark (di cui trovate gli screen nella voce “benchmark”) il tutto sparato sullo schermo più grande che potessi trovare.
Ho anche potuto fare un live testing con dei giochi, tra cui un recentissimo Ryse. Come se l’è cavata il mostricciattolo di MSI lo potete vedere alla pagina gameplay.

Ma passiamo a quelle che sono le parole che userò per descrivere le mie sensazioni del prodotto.
Mi ha stupito davvero tanto. Sebbene in una configurazione già ottima so che si può creare qualcosa di un filo più potente eppure già così era davvero atomico. La cosa che mi ha stupido di più però è la silenziosità del prodotto, anche sotto stress non è mai diventato rumoroso. Anzi è sempre stato molto silenzioso, tanto che sono voluto andare nel bios a controllare che le ventole stessero andando al 100%. E’ stato lì che ho scoperto l’efficienza del sistema di dissipazione: mostruosa. Le ventole con il processore a 3.4 si muovevano appena. Ho provato a spingere le ventole all 100% e mi sono quasi spaventato, ma dubito ci sia la necessità di usare una tale forza di ventilazione se non si vuole stressare il pc.
E’ una soluzione silenziosa e compatta per un pc ottimo, il case è palesemente pensato per essere trasportato e quindi per essere utilizzato nei Lan Party e direi che io lo terrei in considerazione anche per una soluzione prettamente casalinga per via delle dimensioni compatte e per il look. A mio avviso è un must per il giocatore di Lan Party e per chi è un amante di MSI. Potrà non essere tra i barebone più economici sul mercato, ma a mio avviso il rapporto qualità prezzo è tra i migliori e ci permette di crearci un pc mostruoso e compatto con una spesa contenuta!

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About Author: Egon Visintainer

Egon Visintainer nacque nel vicino ospedale di Cles in un frizzante giorno di primavera quando ancora si poteva usare uno slittino senza dover indossare caschetti, cinture di sicurezza e soprattutto senza infrangere almeno dieci tra leggi e normative di sicurezza. La prettamente fruttifera valle lo spinse in tenera età a voler conoscere ciò che si celava oltre le sue barriere naturali che Egon rinomina "il nero cancello". Poi finalmente gli studi universitari in Storia e Civiltà Orientali gli diedero una solida motivazione per raggiungere Bologna, città in cui rimedierà una laurea dal grande carisma e dalla dubbia utilità al modico prezzo dell'immenso amore per il capoluogo emiliano. La passione per i PC lo rapì con il Commodore64 e successivamente con lo strepitoso Pentium 166 per consegnarlo nelle mani dei videogiochi irrimediabilmente. Cresciuto in un ambiente riscaldato da musica in sottofondo finisce inevitabilmente per innamorarsi anche di quella, degli strumenti che suona, degli impianti stereo, dei mixer, delle cuffie, dei radiomicrofoni e dei concerti per cui gira l'Europa. Ma il nostro fedele seguace della musica del demonio non sembrava trovar tregua e si gettò, sulle orme del padre, anche nella fotografia. La camera oscura aveva sempre avuto un fascino irresistibile sul nostro giovane redattore e la digitalizzazione della fotografia non fece che alimentare questo ulteriore amore e renderlo quasi una maledizione. Smarrito nei suoi molti amori e in preda alla fame di conoscenza il nostro prode trentino intrecciò per l'ennesima volta il suo destino con quello del valoroso Giuseppe Ragozzino e decise di seguirlo nella sua audace avventura chiamata formobiles.info e relativo network.

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