Metodologia di test per server NAS usata da ForMobileS.info

Optional di bordo: orpelli, cose utili e gadget che potete trovare disponibili

Chiarito un attimo il tipo di organizzazione dello spazio di archiviazione bisogna parlare degli orpelli, delle aggiunte che i costruttori inseriscono e che vanno oltre le semplici prestazioni in lettura/scrittura e vediamo come cambiano le opzioni che vengono offerte, spesso di default, tra cui possiamo trovare:

1. cartelle criptate

2. iSCSI

3. download manager

4. supporto FTP e affini (come WebDAV o protocolli di scambio dati con supporto al certificato)

5. printer server

6. numero porte LAN

7. numero e tipo di porte USB

Risulta altresì ovvio che ne esistano anche delle altre, queste sono quelle degne di nota e di più largo uso.

Mi scuso fin da ora per la semplificazione brutale che andremo ad applicare, ciò risulta necessario per far capire a tutti quelli che passano di qui il punto dell’osservatore.

Comprendendo come questo target sia di difficile raggiungimento tuttavia mi auguro almeno di riuscire ad allargare l’attuale cerchia di conoscitori della materia, includendo qualche elemento in più.

Sarebbe un successo.

Le cartelle criptate (punto 1) sono cartelle condivise dove, oltre alla normale protezione dietro username e password (e relativa suddivisione in utenti e -come extra- gruppi), si va a scegliere una crittografia più o meno robusta e dove la più diffusa è su base 256 bit.

Di default, la crittografia, si applica a tutto il contenuto della cartella e per questo servono maggiori risorse di calcolo per gestire un grande monte dati ove questa sia applicata: un dato in chiaro richiede meno sforzo computazionale per essere scritto.

Per questo motivo si tende ad usare questa risorsa solo quando realmente necessario, altrimenti sarebbe un inutile spreco di risorse (normalmente ridotte in tali periferiche).

Il supporto iSCSI (punto 2) è un sistema che permette di emulare il comportamento di un disco rigido fisicamente connesso alla vostra macchina, come fosse un hard disk che collegate con un cavo al vostro computer, ma conservandone il contenuto in modo protetto all’interno dell’unità di rete.

Con questo disco virtuale ci sono benefici:

– si proteggono i dati perchè il tutto è ridondato nel tipo di array RAID impostato (vedere sopra);

– si può avere accesso diretto all’installazione di programmi che richiedono un drive in locale per funzionare;

– si può gestire in modo trasparente per l’utente il parco documenti che deve maneggiare senza farlo preoccupare di accedere al server.

Tuttavia ci sono anche dei problemi:

– abbiamo una velocità di gestione e trasferimento dati più limitata rispetto alla connessione diretta di un hard disk;

– l’usabilità dei dati è strettamente connessa alla vita della connettività;

– consuma risorse di calcolo sulla macchina server che ospita l’emulazione perchè normalmente si fa girare un disco formattato in locale (tipo NTFS/HFS+) su una macchina con file system EXT4 sprecando clocks della CPU (processore, o procio, installato a bordo del server NAS).

A meno di particolari necessità ci si affida a tradizionali cartelle di rete, anche per gli aspetti negativi menzionati, ma la presenza di questa opzione è un extra assai piacevole.

Il gestore download (punto 3) è una finezza che ultimamente viene sempre più di frequente inserita in queste macchine, ma al momento non è ancora particolarmente sfruttabile.

Spesso il procio di bordo è limitato già nella gestione delle semplici cartelle di rete ed eventuali target iSCSI, quando si richiede anche il controllo di un muletto per download vari (torrent, file hosting e/o cyberlocker) diventa palesemente sottodimensionato sebbene tecnicamente in grado di rispondere a quelle richieste.

Quando si effettua un download di torrent, ad esempio, non è soltanto la dimensione del contenuto del file ad essere impegnativa ma anche la gestione delle fonti -con il numero di connessioni in/out e la continua lettura/scrittura- realizzano un ostacolo serio da dover superare.

Spesso, diciamolo, si va a scapito della fluidità di funzionamento e ciò non va bene perchè degrada la velocità di download/upload e la rete locale.

Se avete rilevanti necessità di download ma siete degli attenti ecologisti, o -meglio- non volete farvi rubare troppo in bolletta, anzichè realizzare ed usare come serverino un computer da gaming (soltanto stando acceso consuma circa 200W) è meglio puntare a sfruttare un mini PC all’uopo come lo Shuttle XH61V in modo tale da cavarvela con meno di 50W.

La gestione FTP (punto 4) permette attraverso un programma ad-hoc, come FileZilla (tra i più diffusi ed apprezzati), di connettersi a cartelle remote e gestirne i files presenti, può far comodo poi approfondire eventualmente anche il funzionamento WebDAV e/o protocolli criptati tuttavia nell’insieme servono per scambiare dati tra l’unità locale che lancia l’eseguibile ed il server remoto.

Si può completare l’operazione anche da remoto, ma in questo caso serve che l’IP del server sia statico o, se questo fosse impossibile, passare tramite un DDNS meglio conosciuto, forse, come Dynamic DNS (sistema che associa un dominio a piacere, tipo MioDominio.DDNS.truz, all’indirizzo IP della macchina che cambia random).

Il printer server (punto 5) serve per connettere una stampante sull’elemento di rete che poi la condivide con tutta la rete senza costringere un computer a rimanere perennemente acceso per avere la stampa sempre disponibile.

Si risparmia corrente, con questa trovata, ma spesso le funzioni sono più limitate a causa della miopia dei produttori di stampanti: per fortuna, almeno questo va sottolineato, che ultimamente si vanno diffondendo in larghissima misura stampanti compatibili con RJ45 e/o Wi-Fi a prezzi contenuti.

Noi consigliamo l’acquisto di questi elementi, fanno bene il loro lavoro e non ci sono lamentele particolari da fare: un modello d’esempio, completo sotto diversi punti di vista, è la Brother MFC-J6910DW.

Chiudiamo questo cerchio con il numero di porte presenti a bordo (punti 6/7) in base alle quali possiamo trovarci di fronte ad elementi più o meno spinti sul versante prestazioni.

Possiamo trovare 1 o 2 connessioni (ma anche 4 iniziano a diffondersi), usualmente Gigabit, che ci permettono di vedere questa schermata:

Oppure questa:

Dove però, nel caso secondo, dobbiamo prima unire le connessioni cablate RJ45 a nostra disposizione realizzando un teaming.

Le connessioni ethernet di qualità lo permettono, tipicamente Intel e Realtek.

Per quanto riguarda le porte USB abbiamo un paio di esemplari inseribili a bordo, ossia USB 2 ed USB 3, in numero variabile e con le USB 3 preferibili per meglio dialogare con periferiche di memorizzazione esterna come dischi portatili e pendrive; di base si usano queste porte per servizi accessori come l’inserimento di un dongle Wi-Fi, oppure l’aggiunta di una stampante o della compatibilità Bluetooth.

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About Author: Giuseppe Ragozzino

Friulano verace trapiantato a Milano per studiare Ingegneria Meccanica. Amo diverse cose nella vita, tra di esse vi è la tecnologia nelle diverse sfumature che assume e così, seguendo una scommessa fatta con i compagni dell’università, s’è deciso nel marzo 2010 di iniziare l’avventura di ForMobileS.info assieme all’amico e collega Luca Viscardi. Questo sito, oggettivamente nato per caso, ci sta dando soddisfazioni che mai avremmo pensato di ricevere in così poco tempo tanto che ad oggi non torneremmo assolutamente indietro: speriamo solamente di continuare ad avere il tempo di dedicarci con cura, competenza e passione all’argomento anche se sempre più spesso i momenti per proseguire scarseggiano. Colgo l’occasione, assieme a Luca, di ringraziare tutte le svariate migliaia di persone che finora c’hanno ascoltato e che con le loro domande ed i loro dubbi c’hanno aiutato a crescere ed a migliorare noi stessi portandoci dove siamo oggi con qualche milione di visite all’attivo. Ciò che ci fa perseverare è la fiducia e la gratitudine che ci mostrano gli utenti, motivo più che valido per continuare come fatto finora.

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