Recensione completa sui componenti Cooler Master usati con Zeus 1.0

Terminiamo la stesura delle nostre opinioni, dopo qualche settimana d’uso, sui componenti del brand Cooler Master che abbiamo selezionato e posizionato in abbinamento alla nostra prima macchina di benchmark.
Zeus, questo il suo nome per un più veloce richiamo in recensioni e demo varie ed eventuali, è un desktop basato su Cosmos II sul cui assemblaggio (QUI la videoguida dettagliata) abbiamo posto alcuni vincoli per non creare eccessiva confusione nella selezione delle varie parti: essenzialmente cercavamo qualcosa di fascia altissima per qualità ed affidabilità, tuttavia volevamo impiegare il minor numero possibile di aziende per semplificarne l’assieme.

Così facendo abbiamo puntato su Cooler Master per il gruppo più numeroso del progetto in questione e precisamente abbiamo usato:
– Cosmos II [unboxing, foto]
– Silent Pro Hybrid 1300W [unboxing, foto]
– Sirus [unboxing, foto]
– Inferno [unboxing, foto]
– Speed-RX L [unboxing, foto]
– Trigger [unboxing, foto]

In merito ad una analisi del Cosmos II vi invito ad andare a vedere il filmato dell’unboxing, dove effettivamente facciamo anche un’analisi visiva dell’unità in questione.
Successivamente tenete presente anche l’analisi dei prodotti MSI, dove abbiamo disquisito sia della sistemazione della mobo a bordo sia dello spazio di storage ed eventuali condizioni d’impiego del raffreddamento a liquido.

Per quanto riguarda il lato storage il Cosmos II fornisce:
– 3 baie da 5.25″
– 2 baie da 3.5″ (accesso frontale)
– 5 baie da 3.5″ (dietro al ventolone da 200 mm)
– 6 baie da 3.5″ (in parte al PSU)
Direi che se andate a riempire questa bestia con dischi da 4 TB (il massimo ora in circolazione) i relativi vani avrete a disposizione 52 TB.

Sul lato raffreddamento abbiamo quindi a disposizione numerose ventole inseribili, di default vi arriva dotato di 3 ventole da 120 mm (2 sul cancelletto degli HDD nella porzione inferiore ed una sul tetto), un esemplare da 140 mm per lo sfogo posteriore ed una da 200 mm per l’immissione frontale.
Oggettivamente la migliore è quella da 200 mm perchè è in grado di spostare un ottimo quantitativo d’aria con il minimo rumore.

Tramite il rheobus integrato sull’angolo tra il tetto ed il pannello frontale troviamo il modo di regolare la velocità delle ventole di sistema mediante la pressione ripetuta dei pulsanti che si tingono di blu/viola/rosso a seconda della velocità bassa/media/alta.
Si possono anche gestire eventuali LED di ventole di terze parti come anche il sistema di ventole di bordo può essere ampiamente integrato come abbiamo spiegato mediante alcuni esempi durante la recensione dei componenti Arctic Cooling.

Per quanto riguarda i 3 vani da 5.25″ potete anche andare a popolarli con rheobus di terze parti o estensioni di periferiche PCIe, tuttavia ritengo siano destinati essenzialmente a lettori ottici e/o a vaschette per il liquido di raffreddamento di un eventuale sistema a bordo.
Il vano più in alto del sistema dovrete però dimenticarlo in caso di installazione di un sistema dissipante a tetto da 360 mm di estensione perchè l’ultima ventolina interferisce con l’eventuale drive che andate ad inserire.

In caso di installazione di sistema a liquido, già che siamo in argomento, abbiamo la possibilità di installare parte della circuiteria nella sezione inferiore ed esattamente levando (4 viti da togliere) il paio di castelletti per dischi da 3.5″ presenti in parte all’alimentatore.
A quel punto potremo installare anche un paio di radiatori da 240 mm.
Personalmente ritengo, ma è solo una mia idea e può non corrispondere al vostro setup ideale, che in caso di voglia di liquido si possa fare affidamento su un AIO da 120 mm in push/pull (ventoline in coppia che spingono/aspirano aria attraverso il radiatore) per la CPU da posizionarsi nello sbocco da 140 mm posteriore ed un 360 a tetto per il sistema grafico.
Sicuramente mettere un push/pull anche al 360 aiuta ma occhio al radiatore che usate che se troppo spesso può andare ad interferire con la mobo, per questo mi riservo di testare l’extra sul campo.

Nella parte posteriore avete una decina di slot di espansione nonchè uno verticale per tutte quelle periferiche extra che possono risultare utili da avere ma che potrebbero darvi fastidio in caso di montaggio con sistemi Quad-VGA.
Esatto, avete letto bene: il case in questione essendo un Full Tower non solo può accogliere mobo XL-ATX (tipo la nostra Big Bang II) ma gestisce con facilità pure sistemi con quattro unità grafiche a bordo.

Noi si è scelto infatti di abbinare a questo cabinet desktop un alimentatore da 1300 W perchè abbiamo intenzione di moltiplicare le grafiche a bordo, ma soprattutto il nostro desiderio sarebbe quello di mettere tutto a tacere mediante liquido su CPU/GPU ed è per questo che non potevamo accontentarci di un “misero” 500 W.
E pensare che soltanto un paio d’anni fa questo mezzo kilowatt era sufficiente a tenere in piedi la fascia medioalta dei desktop.
Ora va bene a malapena per gli entry level.

[Crap MODE ON]
Prossimo step è farsi un reattorino a fissione in casa, come ha fatto la Kodak lo si potrebbe piazzare nello scantinato per non dare nell’occhio.
[Crap MODE OFF]

L’elemento PSU arriva completo di una moltitudine di cavi nonchè di una borsetta nera morbida utile per conservarli in un posto asciutto e pronti per un’eventuale espansione della macchina sulla quale è stato installato.
Oltre al tradizionale 24 pin troviamo infatti anche cavi per alimentazione Sata, Molex e 4 cavi utilizzabili per l’alimentazione di 4 schede grafiche su slot PCIe: tutto è visibile dalla galleria fotografica linkata in precedenza.
Tra gli accessori c’è pure un frontalino per slot 5.25″ sul quale troviamo la regolazione (automatica o manuale) della ventola dell’alimentatore, nonchè 3 connessioni 3 pin per ventole da regolarsi mediante potenziometro presente sul lato destro del pannellino; personalmente ho provato la regolazione manuale della ventola dell’ali, anche se la si imposta al minimo si genera più rumore di quando la stessa è gestita autonomamente dal prodotto.
Ergo, a meno di servirsi delle 3 connessioni 3 pin per ventole extra, si può anche evitare di installarlo a bordo del proprio desktop.

Tornati seri vediamo quindi di fare un primo riassunto dell’uso di questo completissimo chassis: sicuramente è enorme, completo, luminoso ma lo volevamo proprio così in modo da avere spazio a sufficienza senza fare rinunce.

Punti positivi:
– lo storage non sarà un problema;
– mobo di dimensioni generose non saranno un problema;
– schede video spaziali da 385 mm di lunghezza non saranno un problema;
– dissipatori galattici da 190 mm di altezza nemmeno (il più è che si spezzi la mobo visto il relativo peso: mai andare sopra la chilata di gentil metallo, pena aumento dei problemi durante vari spostamenti);
– se amate il liquido avrete un impianto integrato e non sarà un problema (ci stanno 2 radiatori da 240 mm nella sezione inferiore, 1 a tetto da 360, push/pull da 120 per la CPU sull’estrazione posteriore da 140, oltre a pompe e vaschette);
– se amate i LED non sarà un problema (visto l’interruttore dedicato, potete installarci anche un albero di Natale);
– se amate l’ordine del frontalino non sarà un problema (visto il pannello a contatto magnetico che protegge l’accesso ai vani superiori);
– se amate avere una zona passacavi non sarà un problema (l’anta di destra può contenere le connessioni più disparate);
– se amate le finiture curate ed i dettagli in ordine non sarà un problema;
– se amate il modding non sarà un problema;
– se amate il silenzio non sarà un problema (visto l’isolamento che riesce a fornire);
– se amate avere numerose porte a portata di mano sul pannello frontale non sarà un problema.

Punti neutri (dipende dal vostro punto di vista):
– il peso, ovviamente la qualità si sente e si vede, ma si parte dai 22 chili a salire;
– dimensioni fuori tutto decisamente evidenti.

Punti negativi:
– l’assenza di un sistema di chiusura posteriore per tenere in ordine la macchina da terzi curiosi che ci passano vicino;
– pannello superiore scorrevole esteso, il che causa una parziale occlusione della terza ventola da 120 mm che si può posizionare a tetto;
– interferenza della terza ventola con l’ultimo slot da 5.25″;
– possibilità di impiego di radiatori da 360 mm di uno spessore massimo sui 30 mm.

Nell’insieme, quindi, è uno chassis Full Tower che consiglio senza remore, assolutamente un centro da 10 punti per CM che si conferma leader di settore.
Già che ci siamo ci accodiamo a tale considerazione anche per quanto concerne l’alimentazione: risulta fedele e pulita, senza sbalzi indesiderati e/o ripetuti durante l’uso come mostrato non solo durante la recensione dei prodotti MSI e Arctic Cooling ma anche grazie alle demo realizzare sul procio 3960X che governa Zeus.
Secondo me la soluzione perfetta è mettere l’Hybrid a valle di un modulo di continuità APC, come il nostro Smart-UPS da 2200 VA.

Passiamo ora alla tastiera che abbiamo abbinato a questa macchina, precisamente parliamo di Trigger.
Questa periferica è una tastiera da gaming che però differisce dai suoi concorrenti per lo stile pulito, sobrio, insomma quasi normale nonostante specifiche di bordo di tutto rispetto come i tasti Cherry MX Black (il top di gamma) ed il polling (leggasi: quante volte vengono letti eventuali comandi in un secondo) di 1000 Hz.

La finitura superficiale è particolarmente gradevole, interamente gommata non presenta quel fastidioso effetto “plasticaccia” che spesso si incontra su tastiere anche di fascia medioalta (e tipicamente sulle entry level a membrana).
Qui parliamo di una tastiera meccanica precisa e curata nei dettagli:
– abbiamo un poggiapolsi removibile,
– una stabilità garantita da un peso di circa 1.3 Kg,
– ampi gommini antiscivolo presenti nella parte inferiore,
– retroilluminazione rossa integrale, parzializzabile (solo i tasti principali di gioco) e disinseribile,
– hub USB 2
– memoria da 64 KB a bordo

Tra le funzioni che s’apprezzano di più, secondo me, c’è la possibilità di variare la retroilluminazione per trovare con maggiore facilità i tasti WASD (assieme al set M1/M5 e frecce) come la possibilità di gestire 5 tasti dedicati a funzioni Macro personalizzabili.
Ergonomicamente parlando trovo poi che il generoso poggiapolsi sia essenziale da agganciarsi quando si desidera scrivere/giocare a lungo: anche questo “insignificante” accessorio è ben armonizzato col resto della struttura tanto da estenderne l’angolazione ed il design senza avere soluzione di continuità.
Ottimo, poi, il fatto di avere dei gommini anche sotto questo elemento, per stabilizzare al meglio il tutto.

Poco fa abbiamo menzionato la tecnologia dei tasti Cherry MX Black, assolutamente ottimi nel feedback di risposta tanto che appartengono alla famiglia delle key lineari ossia quelle che non fanno capire all’utente quando il comando (dopo un’escursione di circa 2 mm) viene effettivamente recepito.
Insomma, la tastiera non clicca quando digitate.
Tale sistema di gestione della pressione è però ottimale in quanto dotato della funzione anti-ghosting, in pratica evita di impartire comandi (accucciati, salta, corri, spara, accoltella etc…) indesiderati durante sessioni di gaming come si evita anche un buon numero di digitazioni errate.

Dovete prenderci la mano, c’ho messo un’oretta per abituarmici alla scrittura rapida, se passate da tastiere laptop oppure a profilo basso, come quelle ad isola.
Poi, il problema, sarà ritornare alla digitazione gommosa una volta presa la mano con la cruda precisione di questa Trigger.

Avete anche un sistema di governo software della stessa, utilizzatelo per personalizzarne gli aspetti che più vi toccano da vicino: risulta essere completo ed usabile da parte di tutti, senza leggersi lunghi manuali.
In pratica avete qualità hardware e software, all’altezza di quanto visto finora e senza difetti da evidenziarsi così da adattarsi perfettamente all’ambito videoludico ed a quello più business oriented senza differenze di sorta.

Giungiamo ora a qualche opinione in merito a mouse e tappetino.
Il modello Inferno in nostro possesso rispecchia essenzialmente le necessità dei gamers più incalliti, ma senza esagerare nelle dimensioni del topo da afferrare.

CM Storm, la divisione gaming di Cooler Master, ha realizzato questo mouse con sensore da 4000 dpi e 128 KB di memoria interna proprio per colori i quali necessitavano delle performance tipiche di un uso videoludico: in ambito business, generalmente, ci si può accontentare di minore sensibilità, ma è negli sparatutto che la precisione e la velocità di mira fanno del giocatore un elemento vivo o morto.
Semplice e pratico, anche in questo caso è accompagnato da un software di supporto all’altezza delle aspettative così da personalizzare l’insieme al meglio delle richieste fattibili dall’utente nelle più disparate situazioni d’uso.

Esattamente come nel caso della tastiera anche qui abbiamo connessioni placcate oro per avere una bassissima latenza, nonchè un polling di 1000 Hz.
A bordo, poi, avete il doppio della memoria precedentemente usata per la tastiera per memorizzare i vostri setup come potrete godere pure di Storm MacPro (per accedere a quanto precaricato come Macro, Script ed altro) come di Rapid Fire (permette di sparare a raffica con facilità, tasto vicino click sinistro).
Ergonomicamente parlando è ottimo, non stanca e non affatica durante l’uso, inoltre è molto valido nell’impiego con la mano destra.

L’insieme, secondo me, si sposta perfettamente sul mousepad (realizzato con materiale morbido e studiato per offrire la massima precisione nel tratto con topi dotati di ottica ad alta qualità) e con esso vive in simbiosi grazie all’abbondanza di tasti programmabili (fino a 9) ed alla sensibilità regolabile su 5 diverse posizioni.
In questo caso, il rapporto qualità prezzo è strepitoso: ho visto un’offerta con questo topo sulla trentina di euro, se avete fortuna di trovarla anche voi prendetelo al volo perchè non credo ci sia di meglio.
Nel caso precedente, invece, possiamo parlare di un buon rapporto in tal senso visto che la Trigger viaggia sul centinaio di euro abbondanti.

Ciò non toglie che Inferno, Speed-RX e Trigger siano 3 fratelli da prendere assolutamente in considerazione se fate un uso intenso del computer e cercate periferiche di qualità per prestazioni di riguardo.

Chiudiamo il cerchio CM con Sirus: last but not least, direbbero gli anglofoni.
Anche in questo caso parliamo di una periferica sul centinaio di euro, come la Trigger, ma anche con questo headset da gioco andiamo su livelli decisamente buoni e se volete rimanere coinvolti dal suono dell’ambientazione di gioco senza però infastidire i vicini (o la tipa che dorme beata nella stanza in parte) è un interessante modo di ascoltare il vostro audio 5.1 in cuffia con microfono incorporato.
Per una chat col team in real time.

Pure in questo caso la periferica vi viene consegnata con la possibilità di installare il relativo software di gestione, non è obbligatorio usarlo ma ne consiglio l’uso nel momento in cui volete sfruttare al massimo il vostro acquisto per sonorizzare il vostro gioco e/o apprezzare eventuali video (film, blu ray, clip delle vacanze etc…).
Se procedete a sfruttare la connessione audio mediante la Tactical Mixing Console potrete ben sfruttare il protenziale della cuffia in analisi, usando i tasti laterali per silenziare microfono o auricolari e quello centrale per le regolazioni del caso.
Per equalizzare in modo dettagliato l’audio in uscita serve procedere con pochi passi mediante il software opzionale.

Per garantire un buon suono, l’operazione principale di una periferica audio, questo prodotto ha 4 driver inclusi in ogni padigione sonoro ed ecco che riusciamo ad avere un multicanale (parliamo di 5.1 a bordo) davvero interessante per un sistema audio personale; a bordo abbiamo delle unità driver da 30 mm (frontale, centrale, posteriore) e da 40 mm (subwoofer) con una risposta in frequenza 10 Hz ~ 20 kHz.
Ottimo, quindi, per godersi praticamente tutto l’audio che usualmente passa per il nostro computer.

Anche il microfono è ben gestito, in questo caso abbiamo una risposta in frequenza 100Hz ~ 10kHz tale da garantire un ascolto di ciò che diciamo senza nessun problema.
Non abbiamo rilevato nè sfumature metalliche nè noie significative, il tutto funziona bene come promette ed è personalizzabile l’eventuale posizione del microfono mediante semplice pressione sul relativo braccio.

Per chiudere questo excursus possiamo confermare quindi le ottime impressioni che avevamo all’inizio e l’avere un 5.1 reale e non emulato via software è un plus da tenere seriamente in considerazione per chi cerca un audio pulito e preciso.
Secondo noi si abbinano bene al resto delle periferiche CM, badate bene però che sono cablate e per questo potrebbero incontrare lo sfavore di alcuni: sia esso un pregio o un difetto dipende dai punti di vista, secondo me è un prodotto che vale la spesa che richiede ed è esattamente godibile come la Trigger perchè anche in questo caso abbiamo notevole cura nei dettagli e negli assemblaggi vista l’assenza di scricchiolii.
Ultimo pregio da evidenziarsi è la presenza di una copertura isolante del padiglione in materiale diverso dalla tradizionale pelle, elemento quindi sostituibile a piacere in base alla sensibilità di ognuno in caso di fastidio durante l’uso in climi caldi.

Nell’insieme quindi s’è cercato di farvi una panoramica compatta ma completa delle informazioni essenziali su questi prodotti Cooler Master, in tutti i casi sono stati in grado di soddisfare le nostre aspettative e molto spesso c’hanno sorpreso come vi abbiamo mostrato nello spiegarne brevemente funzioni, pregi/difetti e prerogative.

VIDEOAPPROFONDIMENTO:

Usualmente andiamo a realizzare prima la video review e solo dopo pubblichiamo anche la recensione scritta completa di tutte le info e gli screenshots che abbiamo raccolto.
In questo caso, esulando dal nostro standard, abbiamo provato a fare il contrario ma ci siamo resi conto che la parte filmata è fondamentale per chi gradisce sentire e/o vedere tale insieme di info ed opinioni sul merito.

Provvediamo quindi a condividere il presente filmato, a completamento di quanto già online:
 

 

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