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Risen 3: Recensione e cenni storici del gioco

Risen 3: Recensione e cenni storici del gioco

E’ da poco uscito l’ultima fatica dei ragazzi di Piranha Bytes (d’ora in avanti PB). Prima di affondare nel mondo di Risen 3 darò qualche breve cenno storico su ciò che ha portato a questo capitolo della storia.
PB nasce in Germania nel 1997 e da alla luce Gothic, un capolavoro senza tempo. Un rpg fantasy medievale in cui si impersonava un eroe senza nome prefabbricato ma di cui si poteva sviluppare la storia scegliendo lo stile di combattimento e le tecniche, le armi, le magie, le skill e i dialoghi. La storia grossomodo iniziava con noi che veniamo gettati in una barriera-semisfera magica: siamo dei galeotti, senza memoria del crimine per cui siamo intrappolati. In questa “prigione” si è creato un mondo nuovo, con leggi, re, e 3 fazioni con la possibilità di accesso a 2 classi per ogni fazione: ognuna con una sua questline (mago e guerriero). Gothic 2 è un puro sequel, si esce dalla barriera (distrutta nel primo capitolo) e si affronta un nuovo supernemico, ma ora aumentano le classi disponibili, migliora la grafica e il gioco registra grandi successi. Si arriva poi al terzo capitolo, leggermente sottotono rispetto agli altri due capitolo ma graficamente molto migliorato, anche questo è un sequel: procede l’avventura dell’eroe senza nome. A questo punto succede il fattaccio, problemi finanziari costringono i PB ad una ritirata dal mercato. Il seguito di Gothic 3, chiamato Gothic III: Forsaken Gods viene dato in gestione tramite JoWood a Trine Games: un fallimento. La casa indiana crea un motore grafico pesantissimo che causava problemi anche a pc di fascia alta saturando la ram dopo 20-30 minuti di gioco e costringendo al riavvio; si aggiungono scarsa profondità dei dialoghi, quest noiose e poco difficili, bug diffusi. Insomma già gothic 3 aveva fatto qualche passo indietro, con questo capitolo il ruzzolone è davvero pesante. Questo porterà a due eventi: da un lato JoWood farà sviluppare Gothic IV a Spellbound dall’altro PB collabora con Deep Silver (Metro, S.T.A.L.K.E.R., Saints Row, Dead Island, Sacred, ecc) con cui aveva già iniziato nel 2009 l’avventura di Risen. L’ultimo cenno storico è al quarto capitolo della serie Gothic gestito da Spellbound “Arcania: Gothic IV”. Il gioco sarà un flop peggiore del precedente, noioso, lento e benché abbiano ripescato alcuni personaggi storici della saga risulteranno piatti e non all’altezza delle loro versioni “giovani”. Qualcuno è stato tanto gentile da definire il caso come “accanimento terapeutico”…non mi sento di dissentire.

Risen, tutti e 3 i capitoli, sono un “clone” di Gothic. Il gameplay è il medesimo, lo stile porta la firma dei PB in ogni cosa e questo piace molto a chi ha provato Gothic. L’ambientazione è diversa è definibile come una via di mezzo tra quella di Gothic e quella di Risen 2: sempre “medieval” fantasy ma con i pirati, già, hanno aggiunto i pirati (diciamo quindi fantasy di epoca moderna). “Everything is better with pirates” mai stato più vero. Il gioco presenta qualche pecca rispetto alla saga alternativa ma ne guadagna in carisma. Abbiamo anche qui le fazioni, i minigame alla locanda, la moltitudine di quest, i personaggi pazzi e poi abbiamo la magia voodoo. In Risen 2: Dark Waters la magia è diversa, nuova, interessante e così lo è tutto questo mondo caraibico. I giocatori affezionati alla serie si sono divisi, così come anche il pubblico. Chi ha apprezzato sia la grafica che il gioco e chi ha trovato il gioco un po’ scricchiolante. Vuoi per il sistema di combattimento poco convincente, vuoi per le trame piatte o per le animazioni poco naturali qualcuno ha dato un rating negativo al gioco. A mio avviso il gioco era un ottimo RPG con una bella storia e carisma a vagoni, mancava forse quel quid che aveva Gothic ma forse è dovuto più a preferenze personali piuttosto che a dettagli tecnici del gioco. Resta comunque un successo, rilasciato anche per ps3 come lo sarà anche il sequel.

Qualche anno più tardi (cioè in questi giorni) esce Risen 3: Titan Lords, un sequel a livello storico ma il personaggio è nuovo. Resta sempre un “eroe senzanome” ma visiteremo alcune paesaggi che ci sono “conosciuti” e anche alcune creature. Il gioco presenta un motore grafico pesante per la qualità che riesce a rendere, sarò lapidario ma non regge il confronto con un Dunia Engine (Far Cry 3). La qualità degli effetti, delle texture e dei modelli non è niente di eccezionale, è paragonabile ad un Dragon Age II…forse. Ha un buon sistema di luci e ombre ma, personalmente, risulta molto pesante. Il mio muletto digerisce a stento le cascate d’acqua del gioco. Ma bisogna spezzare una lancia in favore di questo gioco perché in questo tipo di RPG, pensati per un certo pubblico, l’attenzione è sempre stata rivolta alla trama e ai dialoghi, piuttosto che alla grafica. Il pubblico di Risen vuole una storia interessante, con uno spessore letterario e per averla è disposto a sacrificare la grafica.
Questo capitolo si presenta come un enorme sandbox con 8 isole ognuna con una sua quest line principale e una varietà di quest secondarie. Di queste isole 3 fanno pare della storia vera e propria del gioco, in quanto sono le quest line delle 3 fazioni. La cosa più interessante del gioco è che abbiamo totale libertà sull’ordine in cui possiamo svolgere le nostre avventure. Io per esempio ho visitato prima un’isola di pirati, poi quella dei maghi voodoo, poi quella dei cacciatori di demoni e ora sono andato dai maghi. Il tutto tornando indietro e svolgendo parte delle quest su un’isola e poi sull’altra, a seconda di come mi andava. Si può persino darsi alla caccia di tesori:, artefatti che danno bonus permanenti alle nostre stat.
Risen 3 è sempre un RPG in terza persona in cui spesso le nostre scelte condizioneranno il nostro poter proseguire o meno con una certa quest. Avremo 3 tipi di magia a seconda della fazione che decideremo di appoggiare, un galeone, un set di “vestiti” dedicato, armi e quest specifiche. Come sempre per ottenere nuove abilità o per farle salire di livello ci dovremo rifare ai trainer che ci insegneranno le loro arti tramite un lauto pagamento.

Risen 3: Conclusione

I conclusione il gioco presenta una grafica non all’avanguardia ma comunque godibile, ha una storia che sto trovando molto interessante e carismatica. Con personaggi ben curati anche nelle quest line secondarie. Il gameplay è il classico della serie (e di Gothic) con qualche miglioria apprezzabile (si può nuotare ora!) e la progressione del personaggio, delle sue skill e del suo equip è affascinante anche se magari poco sensata in certe cose. Il comparto di musiche e di effetti è buono e dettagliato, la musichetta del tema vi ronzerà in testa in men che non si dica e presto vi innamorerete della roca voce piratesca del vostro alter-ego. Ho evitato di dare dettagli della trama del gioco in quanto è appena uscito e non voglio rovinare alcuna sorpresa, ci sono però un paio di cose che ancora non si capiscono molto bene nonostante io sia già avanzato abbastanza nella storia. In questo forse è da individuare il maggiore difetto di questo gioco: essendo molto libero mancano delle linee guida, e manca quindi un tutorial più esteso. Dal mio punto di vista il tutorial sulle basics è fatto molto bene, ma manca un qualcosa che ci dia dei dettagli in più a livello politico del gioco. Per esempio sulle fazioni, ognuna ha delle sue peculiarità, nello stile di combattimento, nelle armi e delle magie. Ma tutto ciò è sconosciuto al giocatore; la cosa è positiva dal punto di vista del realismo (la magia è un segreto della setta, condiviso solo con chi ne fa parte) ma rende la scelta della fazione una cosa più nebbiosa.
Per venire incontro a questo problema PB ha pubblicato dei video tutorial sul canale principale ( Risen 3 Canale uffiale Youtube) in cui si descrivono tutti questi aspetti. Per questo consiglio di guardare il video qui sotto, dove ci vengono spiegate le fazioni.

Un saluto

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About Author: Egon Visintainer

Egon Visintainer nacque nel vicino ospedale di Cles in un frizzante giorno di primavera quando ancora si poteva usare uno slittino senza dover indossare caschetti, cinture di sicurezza e soprattutto senza infrangere almeno dieci tra leggi e normative di sicurezza. La prettamente fruttifera valle lo spinse in tenera età a voler conoscere ciò che si celava oltre le sue barriere naturali che Egon rinomina "il nero cancello". Poi finalmente gli studi universitari in Storia e Civiltà Orientali gli diedero una solida motivazione per raggiungere Bologna, città in cui rimedierà una laurea dal grande carisma e dalla dubbia utilità al modico prezzo dell'immenso amore per il capoluogo emiliano. La passione per i PC lo rapì con il Commodore64 e successivamente con lo strepitoso Pentium 166 per consegnarlo nelle mani dei videogiochi irrimediabilmente. Cresciuto in un ambiente riscaldato da musica in sottofondo finisce inevitabilmente per innamorarsi anche di quella, degli strumenti che suona, degli impianti stereo, dei mixer, delle cuffie, dei radiomicrofoni e dei concerti per cui gira l'Europa. Ma il nostro fedele seguace della musica del demonio non sembrava trovar tregua e si gettò, sulle orme del padre, anche nella fotografia. La camera oscura aveva sempre avuto un fascino irresistibile sul nostro giovane redattore e la digitalizzazione della fotografia non fece che alimentare questo ulteriore amore e renderlo quasi una maledizione. Smarrito nei suoi molti amori e in preda alla fame di conoscenza il nostro prode trentino intrecciò per l'ennesima volta il suo destino con quello del valoroso Giuseppe Ragozzino e decise di seguirlo nella sua audace avventura chiamata formobiles.info e relativo network.

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